Il sasso e' stato gettato nello stagno, questo e' sembrato evidente ieri, durante le due riunioni che si sono svolte sul tema del contrasto al racket e all'usura.
La prima si e' svolta al mattino, a porte chiuse, presso la prefettura di Brindisi, con il Prefetto, il sottosegretario all'Interno Ettore Rosato e le associazioni antiracket della provincia di Brindisi.
La seconda voluta dalla camera di commercio di Brindisi, si e' svolta nel pomeriggio, per far incontrare Forze dell'Ordine, Istituzioni e associazioni della FAI e operatori economici.
Il sottosegretario Rosato ha ascoltato tutti in entrambe le sedi, ed ha ribadito quello che avevamo ascoltato nella riunione di Bari del 23 novembre scorso.
Ha aggiunto un commento, in riferimento ad alcuni articoli di giornale apparsi in questi giorni e che descrivevano la situazione brindisina come "in stato di emergenza". Ha detto che parlare del problema racket ed usura va benissimo, ma quando lo si fa non bisognerebbe mai dimenticare di sottolineare i risultati ottenuti in tutti questi anni di lotta alla mafia. Altrimenti si rischia di mortificare il coraggio di chi ha denunciato o intende denunciare, e soprattutto si fa un torto al lavoro delle Forze dell'Ordine e a chi quei risultati li ha raggiunti attraverso dei sacrifici personali.
Riteniamo di condividere le parole dell'Onorevole Rosato, la criminalità non puo' essere contrastata con l'allarmismo, ma attraverso un lavoro serio e costante di monitoraggio, come quello che conducono le Forze dell'Ordine, ed attraverso la presenza e la capacità di ascolto delle associazioni.
Come movimento antiracket ed antisura Usciamo da queste due riunioni con delle aspettative. Sembra evidente la volonta' di dare un certo impulso alla lotta alla criminalita' organizzata. Bene non aspettavamo altro. Ora pero' che alle parole seguano i fatti.
Tags: racket, usura, brindisi
28 novembre 2006
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