20 novembre 2006

Gomorra

E' in testa alle classifiche dei libri piu' venduti, l'autore e' stato allontanato da Napoli per motivi di sicurezza ed ora vive sotto scorta. Parliamo ovviamente di Gomorra, di Roberto Saviano e del suo 'Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra'.

A nostro modo vorremmo sostenere Saviano attraverso le parole di Giuseppe, 24 anni che ci ha mandato questo lungo ed interessante articolo:


Cosa spinge un ragazzo di 27 anni, laureato in filosofia a scrivere un romanzo sulla camorra?
Forse il fatto di essere cresciuto nella periferia napoletana e tuttavia di non essersi piegato alla legge criminale. Una rarità in determinati contesti, dove anche la volontà non può aiutare: spesso, infatti, non esiste un’alternativa.

Gomorra non è il solito libro sulle organizzazioni criminali: le indagini delle forze dell’ordine, gli assassini e gli affari sporchi ne sono solo lo sfondo. Il vero protagonista è la periferia, quella periferia sociale e culturale dove disoccupazione e disperazione sono l’humus della camorra e ingrossa le sue braccia. Il non-luogo in cui un ragazzino di un carcere minorile arriva a scrivere:

“Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss. Voglio avere supermercati, negozi fabbriche, voglio avere donne. Voglio tre macchine, voglio che quando entro in un negozio mi devono rispettare, voglio avere magazzini in tutto il mondo. E poi voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che comanda veramente. Voglio morire ammazzato.”

Si perché per conoscere davvero il Sistema – come viene chiamata la Camorra dagli stessi affiliati – bisogna abbandonare gli stereotipi che vedono il camorrista come un uomo incolto, che parla solo dialetto, che non è mai uscito fuori dal quartiere. Anche nell’aspetto. Se una volta era il cinema a ispirarsi alla malavita, oggi avviene praticamente il contrario e i miti hollywoodiani vengono scimmiottati dai boss che vestono come il Corvo o Beatrix Kiddo di Kill Bill e costruiscono ville identiche a quella di Tony Montana in Scarface.

La Camorra oggi è una multinazionale, supercompetitiva e multilevel. Gli affiliati parlano l’inglese, alcuni sono laureati, conoscono la legge e le regole dell’economia. A differenza di Cosa Nostra, al Sistema non interessa il dominio politico, non propone un anti-Stato ma, anzi, sfrutta lo scalino del legale-illegale per arricchirsi. Si tratta di un organizzazione prettamente economica, il cui scopo è quello di perpetuarsi, anche dopo la caduta di un boss, anche dopo una lotta tra clan, anche dopo numerosi arresti. Il braccio militare è ancillare a quello del business, serve per sbarazzarsi dei limiti posti all’accumulo di capitali.

Nella sua terra la camorra controlla tutto; la descrizione della vita quotidiana che Saviano cura in modo certosino, è asfissiante.
Il Sistema controlla le sartorie ricavate nelle cantine, dove si realizzano i vestiti più “in” del mondo, poi venduti in via Condotti a Roma o in via Montenapoleone a Milano così come a Manhattan o a Tokio. I prezzi sono imbattibili: gli operai pagati a cottimo con pochi centesimi al pezzo, le imprese sono inesistenti sulla carta, non pagano quindi neanche un centesimo di contributi o tasse.

Controlla il mercato della droga, il vero core business. Secondigliano, che agli occhi del forestiero sembrerebbe un posto di miseria e di degrado, in realtà nasconde dietro ai casermoni in cemento armato i pilastri di una buona fetta dell’economia europea. La presenza dello Stato è inesistente. I posti di blocco, a Secondigliano, li fanno gli spacciatori che con un’organizzazione perfetta possono smerciare la droga che gira in mezza Europa. Moltissimi lavorano per la camorra, anche chi camorrista non è. Se i giovani italiani oggi possono solo sognare il posto fisso, ecco il Sistema che offre lo stipendio garantito ai suoi spacciatori, pali, dipendenti. Anche alle mogli in caso di arresto, anche alle vedove in caso di morte.

Controlla la produzione del cemento e i cantieri edili che, grazie ai ricavi illeciti, possono offrire prezzi imbattibili e capaci di ottenere tutti gli appalti. Con le buone o con le cattive.
Il Sistema è forte, anche più di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta, non solo perché ha molto più affiliati e gestisce affari praticamente in tutto il mondo, ma anche perché presenta un ricambio al vertice veloce. Nessun boss resterà troppi anni al comando altrimenti il controllo si espanderebbe troppo e i prezzi lieviterebbero, come avviene in tutti i monopoli. Si ammazza per la ricchezza e per il potere. Lo strapotere del boss non viene messo in discussione da nessuno, in terra di camorra. Il boss rappresenta il vero eroe dei ragazzini, l’esempio di scalata al potere davvero percorribile in un paese che si disinteressa dei giovani. Il simbolo del loro potere sono le loro ville sontuose e barocche, cattedrali nel deserto della spazzatura e della desolazione.

Questo è uno di quei libri che ogni cittadino dovrebbe leggere. Presenta i meccanismi di un mondo che dà l’idea di essere immutabile per la sua invincibilità, dominato da un cancro che sembra incurabile. Roberto Saviano ne ha parlato mettendoci nome, cognome e faccia. Oggi è sotto scorta ed è stato portato lontano da Napoli per motivi di sicurezza. Ma, se esiste una forza capace di battere il Sistema, quella è la parola.

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2 commenti:

Anonimo ha detto...

A differenza di Cosa nostra?E' vero,anche perche' e' sufficente scrivere direttamente al camorrista che non ti dice di no.

acias ha detto...

Ciao anonimo,
(lasciare un nickname sarebbe carino ;)
Non colgo il senso del tuo commento, se ti va di chiarirlo...