30 novembre 2006

Se c'e' mafia, non si sente

H3gSe hai Tre, si vede. E' lo slogan del gestore di telefonia H3g, che pero' va riadattato, almeno per alcune regioni meridionali: se c'e' Mafia, non si sente.

Vincenzo Novari, amministratore delegato di Tre, ha spiegato infatti che se la copertura del segnale della sua azienda e' inferiore al sud, dipende dal fatto che "Al Sud non ci fanno costruire le antenne perché ci chiedono il pizzo. Io non voglio pagare il pizzo. Quindi, non costruiamo le antenne".

Bravo. Bravi quelli di Tre. Gia' fatta la denuncia alle forze dell'ordine?
Eh, si, perche' non vorremo mica chiudere cosi' la vicenda. Che facciamo ci rassegnamo?

Poi, come giustamente si chiede anche Enrico Natoli di Cuntrastamu, e gli altri gestori? Com'e' che non hanno gli stessi problemi di copertura?

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28 novembre 2006

Senza gridare al lupo, al lupo

Il sasso e' stato gettato nello stagno, questo e' sembrato evidente ieri, durante le due riunioni che si sono svolte sul tema del contrasto al racket e all'usura.

La prima si e' svolta al mattino, a porte chiuse, presso la prefettura di Brindisi, con il Prefetto, il sottosegretario all'Interno Ettore Rosato e le associazioni antiracket della provincia di Brindisi.
La seconda voluta dalla camera di commercio di Brindisi, si e' svolta nel pomeriggio, per far incontrare Forze dell'Ordine, Istituzioni e associazioni della FAI e operatori economici.

Il sottosegretario Rosato ha ascoltato tutti in entrambe le sedi, ed ha ribadito quello che avevamo ascoltato nella riunione di Bari del 23 novembre scorso.

Ha aggiunto un commento, in riferimento ad alcuni articoli di giornale apparsi in questi giorni e che descrivevano la situazione brindisina come "in stato di emergenza". Ha detto che parlare del problema racket ed usura va benissimo, ma quando lo si fa non bisognerebbe mai dimenticare di sottolineare i risultati ottenuti in tutti questi anni di lotta alla mafia. Altrimenti si rischia di mortificare il coraggio di chi ha denunciato o intende denunciare, e soprattutto si fa un torto al lavoro delle Forze dell'Ordine e a chi quei risultati li ha raggiunti attraverso dei sacrifici personali.

Riteniamo di condividere le parole dell'Onorevole Rosato, la criminalità non puo' essere contrastata con l'allarmismo, ma attraverso un lavoro serio e costante di monitoraggio, come quello che conducono le Forze dell'Ordine, ed attraverso la presenza e la capacità di ascolto delle associazioni.

Come movimento antiracket ed antisura Usciamo da queste due riunioni con delle aspettative. Sembra evidente la volonta' di dare un certo impulso alla lotta alla criminalita' organizzata. Bene non aspettavamo altro. Ora pero' che alle parole seguano i fatti.

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24 novembre 2006

Onora il figlio e la figlia

Domenica 26 novembre presso la chiesa di San Giovanni a San Vito dei Normanni, la dottoressa Maria Rita Parsi presenta il libro "Onora il figlio e la figlia" di cui e' autrice, a quattro mani con la dottoressa Maria Beatrice Toro.

E' una iniziativa non strettamente connessa alla nostra attivita', ma ci fa piacere segnalare l'evento promosso dalla "Fondazione Movimento Bambino", presieduto dalla dottoressa Parsi, in collaborazione con l'Amministrazione Comunale di San Vito dei Normanni.

Il sottotitolo del libro:
I genitori possono dare ai figli due cose importanti: radici e ali. Per orientare le riflessioni dei genitori, educatori, operatori della salute e della Comunicazione, in merito a cosa offrire ai bambini e ai ragazzi, per "onorarli", rispettarli ed amarli.

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23 novembre 2006

Pubblica Sicurezza: conferenza regionale

Si e' svolta questa mattina presso la sede della Prefettura di Bari, la conferenza regionale delle autorita' di Pubblica Sicurezza convocata dal sottosegretario di Stato all'Interno, Ettore Rosato,
Ettore Rosato
e dal Commissario Straordinario del Governo per il Coordinamento delle iniziative antiracket ed antiursura, Raffaele Lauro.
Raffaele Lauro
Erano presenti i prefetti delle cinque province pugliesi e i rappresentanti a livello regionale dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, e ovviamente una nutrita rappresentanza delle associazioi antiracket pugliesi, tra cui il Coordinatore Regionale delle associazioni aderenti alla FAI Valerio Perrone.

E' stata l'occasione per presentare le nostre proposte ai refereni istituzionali che ci affiancano e che hanno il compito di sostenere e dare riscontro al nostro impegno.

Ecco alcuni dei punti che sono emersi durante la conferenza:

1. Banche e sistema creditizio.
Sarebbe opportuno intervenire per evitare che le vittime del racket e dell'usura che denunciano, da un lato siano aiutati dallo Stato attraverso i risarcimenti e dall'altro vengano penalizzati dagli istituti di credito.

2. Sostegno alle associazioni.
Le associazioni pugliesi, a differenza di quelle siciliane, ad esempio, si reggono ancora esclusivamente sul volontariato. Il riconoscimento dell'utilita' sociale dell'attivita' svolta dalle associazioni dovrebbe avere come logica conseguenza un sostegno economico, se non altro per il mantenimento delle sedi e dei costi connessi. L'onorevole Rosato ha sottolineato come a questo tipo di sostegno potranno avere acceso esclusivamente le associazioni riconosciute dalla prefettura.

3. Risarcimenti antiusura anche alle famiglie.
"Non e' necessario avere la partita iva per essere vittima dell'usura", ha detto il sottosegretario Rosato. Non c'e' altro da aggiungere.

4. Universita', esenzione tasse per vittime racket ed usura.
Chi subisce un danno economico dalla malavita organizzata e denuncia, deve poter continuare a mandare i propri figli all'universita'. Inoltre potrebbero essere istituite delle borse di studio per favorire una maggiore diffusione della cultura della legalita'.


Questi solo alcuni dei punti di cui si e' parlato oggi. Lunedi il sottosegretario sara' a Brindisi per discutere nello specifico della nostra provincia.

Abbiamo potuto apprezzare uno slancio e una voglia di fare che ci piace e accogliamo l'invito a continuare ad operare con entusiasmo.


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22 novembre 2006

Celebrazioni per la Virgo Fidelis

virgo fidelis[Foto De Maria]

Celebrata ieri anche a San Vito dei Normanni la ricorrenza della Virgo Fidelis, con una Santa Messa, celebrata nella Basilica di Santa Maria della Vittoria.

Cogliamo l'occasione per rinnovare il nostro augurio e ringraziamento a tutta l'arma dei Carabinieri, ed alla stazione di San Vito dei Normanni in particolare.

[Cos'e' la Virgo Fidelis: http://it.wikipedia.org/wiki/Virgo_Fidelis]


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20 novembre 2006

Gomorra

E' in testa alle classifiche dei libri piu' venduti, l'autore e' stato allontanato da Napoli per motivi di sicurezza ed ora vive sotto scorta. Parliamo ovviamente di Gomorra, di Roberto Saviano e del suo 'Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra'.

A nostro modo vorremmo sostenere Saviano attraverso le parole di Giuseppe, 24 anni che ci ha mandato questo lungo ed interessante articolo:


Cosa spinge un ragazzo di 27 anni, laureato in filosofia a scrivere un romanzo sulla camorra?
Forse il fatto di essere cresciuto nella periferia napoletana e tuttavia di non essersi piegato alla legge criminale. Una rarità in determinati contesti, dove anche la volontà non può aiutare: spesso, infatti, non esiste un’alternativa.

Gomorra non è il solito libro sulle organizzazioni criminali: le indagini delle forze dell’ordine, gli assassini e gli affari sporchi ne sono solo lo sfondo. Il vero protagonista è la periferia, quella periferia sociale e culturale dove disoccupazione e disperazione sono l’humus della camorra e ingrossa le sue braccia. Il non-luogo in cui un ragazzino di un carcere minorile arriva a scrivere:

“Tutti quelli che conosco o sono morti o sono in galera. Io voglio diventare un boss. Voglio avere supermercati, negozi fabbriche, voglio avere donne. Voglio tre macchine, voglio che quando entro in un negozio mi devono rispettare, voglio avere magazzini in tutto il mondo. E poi voglio morire. Ma come muore uno vero, uno che comanda veramente. Voglio morire ammazzato.”

Si perché per conoscere davvero il Sistema – come viene chiamata la Camorra dagli stessi affiliati – bisogna abbandonare gli stereotipi che vedono il camorrista come un uomo incolto, che parla solo dialetto, che non è mai uscito fuori dal quartiere. Anche nell’aspetto. Se una volta era il cinema a ispirarsi alla malavita, oggi avviene praticamente il contrario e i miti hollywoodiani vengono scimmiottati dai boss che vestono come il Corvo o Beatrix Kiddo di Kill Bill e costruiscono ville identiche a quella di Tony Montana in Scarface.

La Camorra oggi è una multinazionale, supercompetitiva e multilevel. Gli affiliati parlano l’inglese, alcuni sono laureati, conoscono la legge e le regole dell’economia. A differenza di Cosa Nostra, al Sistema non interessa il dominio politico, non propone un anti-Stato ma, anzi, sfrutta lo scalino del legale-illegale per arricchirsi. Si tratta di un organizzazione prettamente economica, il cui scopo è quello di perpetuarsi, anche dopo la caduta di un boss, anche dopo una lotta tra clan, anche dopo numerosi arresti. Il braccio militare è ancillare a quello del business, serve per sbarazzarsi dei limiti posti all’accumulo di capitali.

Nella sua terra la camorra controlla tutto; la descrizione della vita quotidiana che Saviano cura in modo certosino, è asfissiante.
Il Sistema controlla le sartorie ricavate nelle cantine, dove si realizzano i vestiti più “in” del mondo, poi venduti in via Condotti a Roma o in via Montenapoleone a Milano così come a Manhattan o a Tokio. I prezzi sono imbattibili: gli operai pagati a cottimo con pochi centesimi al pezzo, le imprese sono inesistenti sulla carta, non pagano quindi neanche un centesimo di contributi o tasse.

Controlla il mercato della droga, il vero core business. Secondigliano, che agli occhi del forestiero sembrerebbe un posto di miseria e di degrado, in realtà nasconde dietro ai casermoni in cemento armato i pilastri di una buona fetta dell’economia europea. La presenza dello Stato è inesistente. I posti di blocco, a Secondigliano, li fanno gli spacciatori che con un’organizzazione perfetta possono smerciare la droga che gira in mezza Europa. Moltissimi lavorano per la camorra, anche chi camorrista non è. Se i giovani italiani oggi possono solo sognare il posto fisso, ecco il Sistema che offre lo stipendio garantito ai suoi spacciatori, pali, dipendenti. Anche alle mogli in caso di arresto, anche alle vedove in caso di morte.

Controlla la produzione del cemento e i cantieri edili che, grazie ai ricavi illeciti, possono offrire prezzi imbattibili e capaci di ottenere tutti gli appalti. Con le buone o con le cattive.
Il Sistema è forte, anche più di Cosa Nostra e della ‘ndrangheta, non solo perché ha molto più affiliati e gestisce affari praticamente in tutto il mondo, ma anche perché presenta un ricambio al vertice veloce. Nessun boss resterà troppi anni al comando altrimenti il controllo si espanderebbe troppo e i prezzi lieviterebbero, come avviene in tutti i monopoli. Si ammazza per la ricchezza e per il potere. Lo strapotere del boss non viene messo in discussione da nessuno, in terra di camorra. Il boss rappresenta il vero eroe dei ragazzini, l’esempio di scalata al potere davvero percorribile in un paese che si disinteressa dei giovani. Il simbolo del loro potere sono le loro ville sontuose e barocche, cattedrali nel deserto della spazzatura e della desolazione.

Questo è uno di quei libri che ogni cittadino dovrebbe leggere. Presenta i meccanismi di un mondo che dà l’idea di essere immutabile per la sua invincibilità, dominato da un cancro che sembra incurabile. Roberto Saviano ne ha parlato mettendoci nome, cognome e faccia. Oggi è sotto scorta ed è stato portato lontano da Napoli per motivi di sicurezza. Ma, se esiste una forza capace di battere il Sistema, quella è la parola.

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17 novembre 2006

'O Sistema: film documentario

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

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L'associazione Cuntrastamu vi invita alla proiezione del film-documentario "O'Sistema - Un'indagine senza censure sulla camorra" di Matteo Scanni e Ruben H. Oliva.

La proiezione si terrà sabato 18 novembre alle ore 19,15 nella sede dell'associazione in via Agostino Bertani, 5 - zona Trastevere.

Presenterà la proiezione Sergio Nazzaro, giornalista indipendente casertano impegnato da anni nel racconto del sistema camorra.

Nell'occasione sarà possibile acquistare il libro con dvd allegato edito da Rizzoli. L'ingresso è gratuito.
***

Per chi e' da quelle parti e' un'occasione interessante. Per chi non si trova in zona, o piu' semplicemente desidera maggiori informazioni: www.osistema.org


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16 novembre 2006

Buone premesse

Oggi pomeriggio c'e' stata una riuninone alla camera di commercio di Brindisi a cui hanno preso parte i rappresentanti di numerose associazioni antiracket della provincia.
Si e' trattato in realta' di una riunione preliminare che precede di poco un appuntamento pubblico di cui daremo notizia nei prossimi giorni.

Il presidente della Camera di Commercio di Brindisi, Giovanni Brigante, ci ha illustrato le ragioni e lo spirito con cui sta lavorando alla realizzazione di questo prossimo incontro; e' annunciata la presenza di numerosi parlamentari pugliesi e quella del Sottosegretario di Stato agli Interni con delega alle misure antiracket e antiusura, Ettore Rosato.

Tutte le associazioni hanno espresso l'apprezzamento per l'iniziativa avviata dalla Camera di Commercio e per l'attenzione dimostrata nel voler coinvolgere in maniera attiva le associazioni, anche se con qualche perplessita', per aver visto tante volte in passato, le buone intenzioni naufragare nella disattenzione generale.

Le premesse pero' sono sembrate davvero positive; durante il convegno sono previsti anche un paio di interventi di due rappresentanti del movimento antiracket e antiusura. Pare che questa volta, finalmente, le istituzioni non si aspettino che le associazioni facciano solo da spettatrici.

Chi da circa sedici anni e' in prima linea nella lotta contro la criminalita' organizzata, e non sempre in passato ha ricevuto il sostegno che ci si sarebbe aspettato dallo Stato, incontra qualche difficolta'a sentirsi dire "come combattere il racket e l'usura" senza poter nemmeno dire la propria.

Ne prossimi giorni ne parleremo ancora.

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14 novembre 2006

Linkiamoci contro racket ed usura

Nella nostra citta' non si avvertono i "sintomi" del racket da anni. Commercianti e imprenditori che subiscono estorsioni non ce ne dovrebbero essere. Il condizionale e' d'obbligo.
L'usura e' un fenomeno piu' difficile da circoscrivere, spesso vissuto nel privato delle mura domestiche.

Ci piacerebbe pensare che entrambe i fenomeni siano in via di estinzione, ma sappiamo invece che possono tornare a manifestarsi in qualsiasi momento, e soprattutto le cronache ci raccontano di un mondo intorno a noi in cui estorsioni e prestiti a strozzo fanno parte della quotidianita'.

Siamo abituati ad afforntare i grandi problemi iniziando dal nostro piccolo, convinti come siamo che ognuno possa fare qualcosa, anche solo con la propria testimonianza.

Cosi' abbiamo pensato di lanciare una campagna banner, dal titolo "Link per la legalità".
I primi destinatari dell'iniziativa sono i nostri concittadini, ma saremmo ben lieti se l'iniziativa prendesse piede anche al di la' dei confini di San Vito dei Normanni. In futuro si potrebbe replicare l'esperienza "off-line".


Per aderire e' sufficiente inserire un link nel proprio sito, lo puo' fare chiunque. Ecco come inserire un link testuale:
1. copia il codice contenuto della tabella qui sotto

<a href="http://acias.blogspot.com">Link per la legalità</a>

2. incollalo nella tua pagina html, nel punto in cui vuoi che compaia il link ipertestuale.


Se invece desideri inserire il bottone Acias come quello qui sotto, copia il codice della tabella ed incollalo nella tua pagina html dove vuoi che venga visualizzato il bottone Acias:




Segnala eventuali difficolta' via email: acias1992[at]gmail[dot]com.
Nei commenti a questo post saranno inseriti i link a ritroso a tutti coloro che aderiranno.


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12 novembre 2006

Do ut des

E' iniziata qualche giorno fa, e c'e' da giurare che durera' ancora parecchio la bufera di Vibo Valentia.
Un giudice accusato di fare affari con la mafia, in una indagine durata tre anni e che ha portato al recente arresto di 16 persone.

Che la mafia sia entrata nelle stanze del potere, che con la sua struttura coincida spesso anche nei piu' alti livelli con quella statale e' cosa tristemente nota. Ma quando sono proprio quelle persone su cui i cittadini fanno affidamento, affinche' si possa continuare a lottare per la giustizia e la legalita', beh, in quei momenti si avverte un certo snso di frustrazione, e smarrimento.

Non si capisce se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto.
Dobbiamo disperarci perche' anche tra la magistratura c'e' chi pensa che "e' tutto un do ut des", come spiegava il giudice Pasquin alla sua amica in una delle intercettazioni, oppure dobbiamo essere contenti per il risultato ottenuto, perche' forse si e' dato uno scossone all'albero e qualche mela marcia cadra'?

Siamo tutti innocenti fino a che un giudice non emette la sentenza. Purche' il giudice rappresenti la giustizia, e non qualche meschino interesse personale.

Per questo dobbiamo difendere come un bene prezioso tutti gli uomni coraggiosi che lottano contro la mafia, siano essi parte del sistema giudiziario, o semplici cittadini, e ricordare chi ha pagato con la propria vita pur di non accettare il compromesso del dare per avere.

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09 novembre 2006

Contromafie, a Roma dal 17 al 19 novembre


Contromafie e' l'evento organizzato dall'associazione Libera di Don Ciotti a cui aderiscono numerosissime associazioni antimafia d'Italia.
Da venerdi 17 a domenica 19 tre giorni per discutere, confrontarsi proporre e fare il punto della lotta alla criminalita' organizzata. Una sorta di "Stati generali dell’antimafia.

Alla manifestazione partecipa anche la FAI, rappresentata dal presidente onorario Tano Grasso che interverra' durante la manifestazione.

Dal sito di Libera e' possibile scaricare i documenti e visualizzare l'elenco di chi ha gia' aderito.
Sempre da Libera:
Il messaggio degli Stati generali è duplice, inevitabilmente negativo (CONTRO) ma soprattutto positivo (PER): per mostrare quanto è stato realizzato sul versante civile e istituzionale nel combattere le mafie e le loro protezioni e, nel contempo, per elaborare e mettere a disposizione di tutti una serie di proposte concrete. Idee e progetti che a partire dalle riflessioni sui sei grandi temi di riferimento (libertà, cittadinanza, informazione, legalità, giustizia, solidarietà), possano costituire occasione di lavoro per i diversi soggetti, istituzionali e non, chiamati a partecipare.

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08 novembre 2006

Le Iene a Lamezia


Ci siamo gia' occupati della manifestazione di Lamezia in questi giorni.
Ieri lo hanno fatto anche alle Iene, con un servizio di Alessandro Sortino.

Peccato che il loro sito al momento non sembra essere aggiornato con l'ultima puntata del 7 novembre.

07 novembre 2006

Libero l'assassino di Graziella Campagna

Graziella Campagna e' stata uccisa quando aveva 17 anni il 12 dicembre del 1985 con 5 colpi di fucile a canne mozze.

Il 4 novembre scorso il suo assassino e' uscito di prigione perche' il giudice estensore della sentenza del processo di primo grado, ha impiegato oltre 600 giorni per depositarla facendo scadere i termini di custodia cautelare.

Graziella fu uccisa perche' aveva riconosciuto tra i clienti della lavanderia in cui lavorava Gerlando Alberti junior e il suo complice, quelli che poi sarebbero stati i suoi assassini, e che gia' all'epoca erano latitanti ricercati per associazione mafiosa e narcotraffico internazionale.

Pubblichiamo l'appello della Associazione Antimafia "Rita Atria" inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

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Sig. Presidente della Repubblica,
dopo l’appello al Ministro di Grazia e Giustizia, On. Clemente Mastella, ad oggi in parte inascoltato, non ci rimane che appellarci alla Sua persona.

Il 4 novembre, per noi cittadini onesti di una Sicilia sempre più umiliata nelle sue fondamenta e in particolare per la provincia di Messina, è un giorno veramente triste. Infatti, l’assassino di Graziella Campagna (uccisa a 17 anni il 12 dicembre del 1985 con 5 colpi di fucile a canne mozze), esce di prigione per una “negligenza” di stato. Il giudice estensore della sentenza del processo di primo grado, ha impiegato oltre 600 giorni per depositarla facendo scadere i termini di custodia cautelare. Abbiamo chiesto al Ministro Mastella di inviare gli ispettori presso il tribunale di Messina e di sottoporre a procedimento disciplinare il giudice che ha permesso la mortificazione della Giustizia e l’impegno di una società civile che da 21 anni chiede e lotta per far riposare in pace Graziella. Il Ministro ha risposto predisponendo l’invio degli ispettori. Ad oggi (a più di un mese) non conosciamo l’esito nonostante l’avvocato di parte civile abbia documentato ampiamente l’inconsistenza delle motivazioni addotte dall’A.N.M. distrettuale.

La società civile, nella richiesta di verità e giustizia, è sempre stata vigile e soprattutto non ha esitato a schierarsi dalla parte giusta nonostante l’omicidio di Graziella sia pieno di depistaggi, uomini di stato che frequentano personaggi ambigui o latitanti. Ci siamo ispirati ai valori alti di quella democrazia figlia della nostra resistenza. Abbiamo lottato affinché quegli uomini che rappresentano indegnamente lo stato venissero sollevati dai loro incarichi. Le ipotesi di intrecci tra uomini di stato e mafia sono state ampiamente documentate in interrogazioni parlamentari, in relazioni delle commissioni antimafia, in atti ufficiali. Niente, lettera morta. Le persone da noi indicate sono ancora tutte al loro posto o trasferite per “opportunità” istituzionale oppure tranquillamente in pensione. Nessuno ha mai dato risposte convincenti a quei legittimi dubbi.

Sig. Presidente della Repubblica quante volte abbiamo sentito esponenti della politica dire che noi della società civile dobbiamo ribellarci alle mafie. Noi siamo d’accordo ma per ribellarci alle mafie abbiamo bisogno di affidarci a uomini di stato in cui crediamo e soprattutto abbiamo bisogno di sentirli dalla parte giusta. Noi della società civile, onesti lavoratori e lavoratrici, ad oggi lottiamo contro la mafia e contro i poteri trasversali che si autoproteggono.

Sig. Presidente, la famiglia di Graziella Campagna, meritava almeno le scuse da questo stato. Invece oltre al dolore di vedere l’assassino della loro congiunta libero e felice, hanno dovuto sopportare l’assordante silenzio delle istituzioni. Graziella da 21 anni viene ripetutamente uccisa e umiliata, chiediamo a Lei, nostra ultima speranza, di aiutarci a tornare a credere in uno stato che per noi oggi non ci rappresenta e non ci tutela. Ci appelliamo a Lei affinché il giudice che ha causato la scadenza dei termini di custodia cautelare venga sottoposto ad un giusto procedimento disciplinare. Non siamo giustizialisti ma riteniamo che ricordare persone come Borsellino, Falcone, Chinnici, Scopelliti e tanti altri martiri di ogni tempo e di ogni luogo significhi soprattutto dipanare le ambiguità di quelle istituzioni per le quali sono morte. Desideriamo sottolineare che siamo convinti che all’interno delle istituzioni della provincia messinese ci siano magistrati di grande serietà, poliziotti e carabinieri di grande spessore umano e professionale che soffrono anch’essi per un cancro (la sfiducia) che ormai si è trasformato in metastasi. L’unica salvezza è “operare” d’urgenza affinché la società civile possa continuare a vivere sentendosi in piena libertà, tornando a sentire, come diceva Paolo Borsellino, “il fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

Milazzo, 2 novembre 2006

Distinti Saluti,
Nadia Furnari e Piera Aiello
Responsabili Associazione “Rita Atria”


Insieme all’Associazione Antimafia “Rita Atria”, Sottoscrivono l’appello:

• Centro siciliano di documentazione “Giuseppe Impastato” – Palermo
• Movimento dei ragazzi di Locri “E adesso ammazzateci tutti”
• Fondazione Gianluca Congiusta – Locri
• Comitato Alessandro Marcucci – Pisa
• Casablanca – Catania
• Graziella Proto presidente dell’Osservatorio sulla mafia - Catania
• Antimafia 2000

05 novembre 2006

Lamezia, Gela e Napoli: questioni nazionali antiracket.


Ieri, sabato 4 novembre, si e' svolta a Lamezia Terme la manifestazione organizzata dalla associazione antiracket lametina ALA, e che si e' conclusa con l'intervento del presidente onorario della federazione delle associazioni antiracket FAI, Tano Grasso.

Alla manifestazione, hanno aderito, Confcommercio e Confesercenti, Confindustria, Confartigianato, Cna, Confai, Cia e Libera e ovviamente commmercianti, imprenditori, cittadini.

Riportiamo uno stralcio dell'intervento di Tano Grasso da "Il Giornale di Calabria"

"E' da 16 anni che vado in giro per questo martoriato Mezzogiorno. Oggi forse si è scritta una pagina di storia, di svolta per Lamezia Terme e per la Calabria. E' la prima volta che in Calabria, in una città grande come Lamezia Terme, la quasi totalità dei commercianti ha abbassato le saracinesche". E' quanto ha detto il Presidente onorario della Federazione delle Associazioni Antiracket Italiane (Fai), Tano Grasso, nel corso della manifestazione organizzata a Lamezia Terme per protestare contro il fenomeno delle estorsioni.

L'iniziativa si è svolta in concomitanza con una serrata dei commercianti. "Qui in mezzo a voi - ha aggiunto - ci sono due persone che con la loro storia hanno contribuito alla storia del movimento antiracket in Italia. Si tratta di Sarino Damiano, proprietario di uno dei più prestigiosi ristoranti di Capo d' Orlando. Quindici anni fa fu il primo dei commercianti a sedersi davanti al tribunale per raccontare e indicare col dito quei mafiosi che volevano impadronirsi della sua attività. In quel pezzo di storia che è oggi qui accanto a voi, in mezzo a voi, è nato il movimento antiracket. L' altra persona è Renzo Caponetti, da Gela, che era la città dove sembrava fosse impossibile contrastare la criminalità. Poi nel 1992 la mafia uccise un commerciante che si era ribellato. Sembrava impossibile che a Gela potesse nascere l' associazionismo antiracket. Liberarsi dalla mafia invece è cosa più possibile di quanto si immagini e Caponetti ne divenne il simbolo. Sono due storie di commercianti che decidono di stare insieme e combattere".

"La novità di oggi - ha proseguito Tano Grasso - è che i nostri colleghi di Lamezia hanno deciso di mettere la loro faccia in gioco e sono diventati una forza straordinaria. Bisogna avere fiducia in se stessi e avere fiducia negli altri. Bisogna capire che il problema è nostro, se non si capisce questo noi saremo sempre deboli e loro sempre più forti. La mafia è forte e la forza della mafia è il nostro stare soli. Qui dentro c'é gente che ascolta per loro e loro devono sapere che qui oggi dalle 12 alle 13 non ci sono solo vite ma si è costruito un muro altissimo e di fronte a questo muro loro sbatteranno fortemente la testa".

Rivolgendosi poi alla 'ndrangheta Grasso ha detto a gran voce ''noi a partire da oggi vi sconfiggeremo. Dopo di oggi nessuno avrà più alibi. Chi ha pagato da oggi non ha più alibi. Qui oggi siamo in grado di poter dire allo Stato, a questo governo che l' Italia del sud è in mano alla mafia e chiunque vuole fare impresa deve fare i conti con la mafia. Il Governo da oggi non ha più alibi e soprattutto le istituzioni non hanno più alibi. Facciamo di Lamezia Terme, di Gela e di Napoli le tre grandi questioni nazionali dell' antiracket".

[Leggi l'articolo integrale de Il Giornale di Calabria]

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03 novembre 2006

Gabriele Torsello e' libero

Dopo 23 giorni di prigionia il fotorporter pugliese e' stato liberato. Lo ha annunciato Emergency con un comunicato:

"Oggi, venerdì 3 novembre, intorno alle 10 ora italiana (le 13.30 in Afghanistan) una telefonata all'ospedale di Emergency a Lashkargah ha indicato che sulla strada per Kandahar si sarebbe potuto trovare Gabriele Torsello liberato"

Auguri a lui e ai suoi familiari.

Appello alla criminalita' organizzata

Beppe Grillo, con la sua solita ironia, ha lanciato un appello alla criminalita' organizzata, "la prima potenza economica del Paese":


La premessa
Le mafie hanno vinto. Si sono annesse città, province, regioni. Bisogna essere leali e riconoscerlo. Chi vince, vince. Ma non bisogna esagerare. Senza un avversario si perde il senso della competizione. Le Procure stanno fallendo. Non hanno più carta, benzina, toner, computer.

L'appello
La criminalita' fattura in alcune regioni più di tutto il resto dell’economia messo insieme. Una donazione in nero, estero su estero alle Procure è quindi un nonnulla. Va fatto per senso di sportivita'. Ognuno si adotta la sua. Il rischio di perdere non ci sarebbe comunque e sarebbe assicurata una bella figura. Ogni mafia adotti, per competenza territoriale, la sua Procura.

La conclusione
[La criminalita'] Dia ai cittadini la sensazione che lo Stato esiste ancora. E’ solo un’illusione. Ma è meglio di niente.

[da beppegrillo.it]

Spesso non si sa se ridere o piangere ascoltando il comico genovese.

Poi veniamo a sapere da Report:
Un immobile confiscato piu' di dieci anni fa ad un camorrista che ancora oggi e' abitato dalla moglie. Una malagestione di terreni, di aziende sequestrate e confiscate ai mafiosi, ai camorristi ma anche ai concertisti della scalata Antonveneta. [...] E una certa distrazione c’è anche sulla gestione dei soldi. Per esempio le notevoli somme confiscate durante Tangentopoli giacciono ancora oggi sui conti correnti intestati alla procure, ma non sono utilizzati. Un valore ancora oggi non esattamente quantificabile quello dei beni confiscati, perché nessuno tra gli organi competenti lo valuta. Una situazione paradossale visto che le procure non hanno soldi per pagare chi tiene in custodia le auto sequestrate, i consulenti, e persino la carta per le fotocopie. E tutto questo si traduce in processi che vengono rinviati all’infinito.

[La puntata andra' e' andata in onda domenica 5 Novembre alle 21.30 su Rai Tre.]

Ci deve essere un motivo per cui beni e denaro confiscati alla mafia non possano essere utilizzati contro la mafia. Deve esserci.
Se qualcuno lo conosce, spero voglia renderlo noto (anche) nei commenti di questo blog.

02 novembre 2006

Lecce: a scuola di antimafia

Partira' il prossimo 6 novembre, nella facolta' di giurisprudenza dell'Universsita' di Lecce, il corso di "legislazione antimafia", attivato all'inizio di questo anno accademico grazie all'interessamento del magistrato Antonio Maruccia, consulente della commissione parlamentare antimafia e alla collaborazione dell'associazione Libera.

Lo hanno seguito in 150, l'obiettivo dichiarato del corso era quello di "sollecitare la comprensione critica dello sviluppo del fenomeno criminale e diffondere la cultura della legalità nei percorsi universitari."

Francesca, 22 anni, spiega cosi' il motivo per cui ha scelto di inserire il corso di legislazione antimafia nel suo piano di studi: "La mafia non è solo quella che spara ma anche quella della società clientelare, che impedisce ai giovani imprenditori di accedere ai finanziamenti pubblici, o di aggiudicarsi un concorso. E questo riguarda la vita quotidiana di noi tutti, in particolare al Sud dove limita i diritti e le opportunità economiche. Voglio capire come funziona la mafia e quali strumenti abbiamo per contrastarla".

L'obiettivo che si voleva raggiungere puo' dirsi forse anche superato, se si pensa che al termine del corso gli studenti hanno dato vita alla associazione "Libera... mente". "La nostra Associazione nasce in un momento in cui nel Salento non ci sono omicidi eccellenti, né situazioni emergenziali - dice Salvatore, salentino doc di 26 anni e neo-presidente dell'associazione - ma la lotta alla mafia deve essere portata avanti con continuità".

[Ne avevano parlato anche su Repubblica.it]

Imprese etiche in fase di start-up


Segnaliamo un articolo pubblicato su La Gazzetta del Mezzogiorno del primo novembre 2006, che presenta due "aziende etiche" pugliesi in fase di start-up.

[...] L'idea di Solend si fonda sulla creazione di una rete di alberghi, bed & breakfast e agriturismi in Puglia o nelle singole provincie, all'interno della quale i turisti vengono accompagnati per godere al meglio delle bellezze locali. Solend agirebbe come una sorta di tour operator che si occupa di gestire tutto il periodo di vacanza, anche con pacchetti differenziati per periodi ed alla fine ai clienti viene offerto un piccolo dono che diventa filo di unione anche per il futuro: un piccolo albero da piantare in una zona dedicata, in modo da realizzare un ponte sentimentale tra il turista e la Puglia con al centro l'albero «adottato».

Se Solend si muove nell'ambito dei servizi turistici, l'idea di business Segnaconsumi è indirizzata al settore della meccanica applicata all'utilizzo domestico: un piccolo dispositivo che inserito sui contatori di acqua, gas ed eletticità segnala gli sprechi.

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"Il lavoro che stiamo svolgendo in questi giorni – spiega Vito Manzari, presidente del consorzio Costellazione Apulia – deve servire a rendere pienamente potenziali le due idee d'impresa che sino ad ora sono sopravvissute alle varie fasi di selezione. L'obiettivo finale è dimostrare come l'attenzione per il territorio dove l'impresa insiste, la responsabilità sociale dell'azione imprenditoriale, può innescare piccoli circuiti etici e produttivi. Oggi si lavora per consumare e non più per costruire come era in passato, la sfida di Avanzare è di riuscire ad avviare Solend e Segnaconsumi per dimostrare come il vero valore è il risparmio e la condivisione delle risorse nel rispetto dell'ambiente e di noi stessi". [...]

Gli sviluppi della vicenda possono essere seguiti attraverso il sito del Consorzio Costellazione Apulia, promotore del progetto Avanzare.
In bocca al lupo ai giovani studenti delle facoltà di ingegneria gestionale e meccanica dell'Università di Bari, che ne sono i protagonisti.