Ci risiamo. Evidentemente il fatto che viviamo ormai nella societa' dell'informazione e' chiaro anche in certi ambienti.
La nuda cronaca ci racconta che lo scorso 20 febbraio ignoti si sono introdotti nella struttura di un ripetitore utilizzato da Telenorba e Puglia TV ed hanno appiccato il fuoco.
Non e' trascorso molto tempo dalle minacce ricevute dal giornalista della Gazzeta del Mezzogiorno. In tutte e due le occasioni e' arrivata la solidarieta' di colleghi e istituzioni, ma l'impressione e' che il fenomeno non sia affrontato con l'attenzione che meriterebbe.
Se un editore ponesse in qualche modo dei limiti alla liberta' di stampa ci sarebbero probabilmente reazioni piu' forti.
Se qualcuno si illude di poter scendere a compromessi con chi ricorre alla violenza e alle minacce, con chi forse intende condizionare i mezzi di informazione per non vedere denunciati i propri comportamenti illegali, beh, quel qualcuno sta commettendo un grosso errore.
Non e' possibile alcun compromesso.
Per fortuna non siamo i soli a chiederci se i due episodi siano collegati tra loro, se non direttamente per lo meno a dimostrazione dell'esistenza di uno stato di cose che favoriscono tali fenomeni. E' la stessa domanda che si pone l'Osservatorio sulla legalita'.
Qui puoi leggere l'articolo che riguarda i recenti attentati.
L'invito e' sempre quello di segnalarci episodi analoghi, denunciare, far circolare queste notizie.
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1 commento:
Minacciati anche i giornalisti del noto periodico leccese "Il Tacco d'Italia".
Vai alla notizia.
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