Per chi avesse mancato l'appuntamento riportiamo l'intervento del nostro Presidente alla conferenza sul tema "San Vito e il racket" organizzata dalla Unione degli Studenti cittadina, e svoltasi oggi mercoledi 18 gennaio, alle ore 18.00 presso l'ex biblioteca comunale.
...sono socio fondatore e attuale presidente dell’ACIAS, sigla che sta per “Associazione dei Commercianti Imprenditori Antiracket di San Vito dei Normanni”.
La nostra associazione è nata per far fronte all’emergenza racket che si sviluppo’ nei primi anni ’90; per fortuna da allora la situazione, almeno nella nostra città è migliorata, per cui non siamo più di fronte ad una vera e propria emergenza, tuttavia l’Acias è ancora oggi impegnata nella diffusione della cultura della legalità.
All’inizio degli anni ’90, molti commercianti e imprenditori sanvitesi ricevettero delle richieste di denaro da parte di malviventi, richieste a cui presto seguirono le minacce e le bombe, piazzate prevalentemente di notte, davanti le case o vicino i locali commerciali delle vittime.
Non si trattava di un film purtroppo, era la realtà e le bombe scoppiavano sul serio, causando danni fortunatamente solo alle cose e non alle persone. Potete immaginare però quanta paura e quanta tensione ci fosse. Il telefono era un incubo; io stesso ho ricevuto telefonate estorsive da persone che, simulando un accento siciliano, si presentavano come “assicurazione anti bombe”. Minacciavano di colpire la famiglia o l’azienda se non avessi pagato.
Per tutta risposta, invece di pagare mi rivolsi alle forze dell’ordine, che mi suggerirono come comportarmi; così registrai le conversazioni, cercai di prendere tempo rispetto al pagamento e anche di trattare sulla somma che avrei dovuto versare.
Una volta raccolte un certo numero di prove, forte anche delle indagini condotte dalle stesse forze dell’ordine, riuscii a non pagare e i malviventi, che come me avevano minacciato molti altri commercianti e imprenditori, furono processati e condannati.
Per fortuna un gruppo di commercianti e imprenditori allora, trovarono il coraggio di unire le loro forze, aiutate da persone coraggiose e meritevoli, come Padre Angelo, il notaio Errico, attuale Presidente della Provincia di Brindisi, il giudice Emiliano e Tano Grasso, ora presidente onorario della FAI Federazione delle Associazioni Antiracket Italiane.
Così iniziammo ad incontrarci, prima segretamente, poi venendo allo scoperto, ufficialmente il 24 gennaio del 1992, quando con atto notarile fu costituita l’ACIAS, una delle prime associazioni del genere in Puglia. Si pensi che la prima associazione antiracket in Italia fu costituita a Capo D’Orlando in Sicilia, solo due anni prima.
Questa particolare esperienza di San Vito trova riscontro nelle statistiche a livello nazionale: dove si realizzano esperienze associative contro il racket il livello di sicurezza e legalità cresce. Le associazioni se opportunamente sostenute dallo Stato sono in grado di sconfiggere la malavita organizzata.
Al contrario, l’attività estorsiva quando è accettata, equivale ad una legge mafiosa: pagare il pizzo è come riconoscere il potere di una autorità fiscale. Certo l’imprenditore che decide di contrastare il racket delle estorsioni si espone ad un rischio, e perciò va sostenuto, rendendo in lui netta la percezione dell’utilità del suo gesto e la grande partecipazione dello Stato.
Nel ’99, infatti, la legge 44 ha stabilito che chi si oppone al racket denunciando il proprio estortore, ha diritto ad un risarcimento dei danni subiti. Lo Stato ha infatti rimborsato i danni subiti dalle bombe anche a gran parte dei commercianti di San Vito, forse con tempi ancora lunghi, ma comunque ha risarcito.
Ciò che ora sentiamo come il nostro compito è quello di non dimenticare, per fare in modo che in futuro nessuno debba mai più pagare il pizzo a San Vito, e continuare a diffondere, innanzitutto tra i giovani, la cultura della legalità.
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