19 giugno 2006

Tassi usura: indagati Geronzi e Libonati.

Su segnalazione del coordinatore regionale Valerio Perrone, riportiamo un estratto dell'articolo del Corriere della Sera dello scorso 17 giugno.

Tassi usura: indagati Geronzi e Libonati.
L'inchiesta partita da una denuncia di un imprenditore68 fra presidenti, direttori generali o di filiale e responsabili di 9 istituti di credito indagati della Procura di Ascoli Piceno.

Sessantotto fra presidenti, direttori generali o di filiale e responsabili di determinate aree di nove istituti di credito sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura di Ascoli Piceno con l'accusa di usura. Nell' inchiesta del sostituto procuratore della Repubblica Ettore Picardi partita dalla denuncia dell' imprenditore ascolano Emidio Orsini - che accusa le banche di aver applicato nei suoi confronti tassi usurari - sono finiti, tra gli altri, anche personaggi illustri del mondo del credito come Cesare Geronzi, Vincenzo Tagliaferro (direttore generale della Cassa di Risparmio di Fabriano e Cupramontana), Massimo Bianconi (direttore generale della Banca delle Marche) e il presidente della Banca di Roma Berardino Libonati.

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I 68 indagati dalla Procura di Ascoli fanno capo a Banca di Roma, Banca Antonveneta, Cassa di Risparmio di Ascoli, Banca di Teramo e Ascoli, Banca Popolare di Ancona, Tercas, Banca di Credito Cooperativo Picena, Unicredit Banca e Sanpaolo Imi. Nel corso dell' inchiesta il pm Picardi avrebbe ravvisato la presunta applicazione di tassi usurari delle banche nei confronti di Orsini. Di diverso avviso gli istituti di credito, che sostengono di aver operato correttamente.
Oggetto del contendere l' applicazione di quanto disposto dalla circolare della Banca d' Italia del 30 settembre del '96 e le successive che fissano la media aritmetica semplice della commissione di massimo scoperto applicata dagli istituti di credito che, secondo i magistrati, non rientra inoltre nel calcolo del Tasso effettivo globale. Una circolare che, secondo il giudice Gianfelice che dispose il sequestro preventivo dei conti correnti di Orsini per evitare ulteriori aggravi a suo danno, la banche avrebbero applicato «in maniera strumentale».

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